Maria, madre senza retorica

Scritto da Francesco di Maria on . Postato in I miei scritti mariani

 

Non posso dire quante volte Maria sia apparsa o abbia semplicemente parlato nel mondo dopo essere stata assunta in cielo in anima e corpo, né a chi effettivamente si sia rivolta o si rivolga e in quali termini, anche se ritengo che sussistano buoni motivi per ritenere autentiche alcune esperienze spirituali nel corso delle quali ella si sarebbe manifestata attraverso visioni e locuzioni auricolari. Posso dire però, sulla base di una personale esperienza spirituale, sulla cui attendibilità non sono disposto a transigere non per plateale arroganza ma solo per non concorrere a svilire “la perla” che mi è stata inopinatamente donata, che Maria, ancora oggi, parla talvolta effettivamente nel mondo rivolgendosi a determinate persone, non  necessariamente migliori di altre, e offrendosi sempre come tramite di salvezza in Cristo e quale principale collaboratrice dell’opera divina di salvezza universale.

Questa esperienza, questa convinzione, questa certezza sono alla base della decisione di dar vita al sito mariano in cui anche questo articolo viene pubblicato. Poco importa naturalmente che, sollecitati ad esibire delle prove, non sia in grado di produrre alcunché se non la disarmata testimonianza di persona seria e attendibile, sino a prova contraria, e per nulla affetta da turbe mentali o da fenomeni allucinatori. Il che non mi impedisce peraltro di riconoscere che molti dei racconti mistici e/o miracolistici riferiti con riferimento a tale particolare ambito di esperienza da cattolici e non cattolici non sempre siano inequivocabilmente esenti da forzature psicologiche o da prevaricazioni più o meno evidenti di natura emozionale.

Altro è l’irrazionalità, altro è l’extrarazionalità. Razionalisti critici, atei, agnostici, miscredenti e persino credenti intrisi più di teologia (buona o cattiva) che di fede, faranno sempre bene ad invocare la logica, la razionalità, la scienza, l’esperienza empirica contro ogni possibile pericolo di fuga dalla realtà e di connessa deformazione dei propri “vissuti”, mentre credenti non fanatici e spiritualmente disciplinati avvertiranno sempre il dovere di ammonire contro i rischi di eccessiva semplificazione logico-razionale, di astratto e riduttivo intellettualismo, di pretenziosa e miope scientificità, in modo tale che la causa della fede non si risolva ovviamente nella causa della ragione e tuttavia non collida con essa e che la causa della ragione si volga a contrastare opportunamente i sintomi e i disturbi realmente irrazionalistici della vita spirituale senza tuttavia commettere il deprecabile errore di scambiare ogni espressione di fede carica di non comuni esperienze spirituali e di inusuali contenuti mistici per un puro e semplice prodotto di generici stati di alterazione mentale. 

L’intelligenza è il terreno su cui non trovano stabile e significativa collocazione né forme troppo asettiche e rigide di ragionamento né preclusioni logico-argomentative incontrollate o indisciplinate, la fede è d’altra parte non un’altra cosa rispetto all’intelligenza ma un suo modo di porsi, una sua possibile declinazione, una sua legittima prospettiva teoretico-pratica in cui l’intreccio tra cose del cielo e cose della terra venga pensato e vissuto non come rovinoso delirio ma come esaltante e salutare normalità.  

Maria, sia pure avvolta nel mistero divino, parla in questo mondo, fa sentire realmente la sua voce, comunica anche o proprio sensorialmente con persone di scarsissima importanza umana e sociale, seguendo da vicino, maternamente, l’itinerario spirituale di ognuno di noi, e affidando poi a sua discrezione a qualcuno il compito di trasmettere testimonianza al mondo, nelle forme e nei limiti in cui sarà concesso da Dio e dalle vicende umane, del fatto che ella è realmente presente in mezzo a noi e partecipa delle nostre vicissitudini e delle nostre sofferenze, e prega instancabilmente e fiduciosamente il suo e nostro Dio per la salvezza del numero quanto più possibile elevato di figli suoi terreni.    

Ma questa madre che parla è anche una madre che ascolta, che parla ascoltando i gemiti e le attese della umana famiglia e in particolare degli spiriti semplici e delle anime angosciate e contrite che cercano sollievo oltre le difficoltà oggettive della vita e della storia, oltre le dolorose limitazioni dei poteri costituiti e delle prepotenze quotidiane, oltre le prevaricazioni e i soprusi sperimentabili ogni giorno. Non è una madre ingenua o banale, che si limita a ripetere frasi stereotipate di una religiosità di maniera, che si erge a semplice funzionaria o ad impassibile burocrate di un perfetto regno divino dove tutto è ormai chiaro, sancito, deciso, decretato, ma è una madre che segue con umana trepidazione tutto quello che appartiene alla vita terrena dei suoi figli e che cerca di far valere continuamente al cospetto di Dio il regale ruolo materno che Dio stesso un giorno volle assegnarle.

E’ dunque una madre da un lato volta ad interloquire con Dio e a sollecitarne una perenne benevolenza verso il genere umano e dall’altro una madre che lotta contro il maligno che vorrebbe strapparle le creature a lei affidate da Dio, che combatte insieme a chi le si rivolge ponendoglisi concretamente accanto, motivandolo in mille modi e senza soluzione di continuità contro ogni concezione idolatrica e perversa della vita, rialzandolo da inevitabili cadute spirituali e richiamandolo di continuo ad operare con lo sguardo sempre fisso alle cose celesti.

Questa madre è una madre che, tranne che per quanto riguarda la fede assoluta e incrollabile nella misericordia e nella giustizia di Dio, non dà niente per scontato e sa bene invece quanto sia difficile conformarsi alla volontà divina e mettersi sulla via della salvezza. Tuttavia, pur rimanendo sempre china sulle umane debolezze e soccorrendo amorevolmente chiunque versi in difficoltà, non è una madre di comodo, una madre che indulga alle bassezze umane, alla mancanza di sincerità e di onestà, all’incapacità di pentimento e ravvedimento, ad una sostanziale irriverenza verso Dio e verso il prossimo, ma una madre severa seppure dolcissima, una madre esigente seppure capace di tenerezza infinita, una madre che non dimentica di essere madre degli uomini solo in quanto madre di Dio.

Questa nostra madre è una madre senza retorica, che non si presta a facili e disinvolte celebrazioni retoriche e non è molto sensibile a processi di conversione spirituale solo retoricamente e illusoriamente sperimentati. Ella è la più formidabile invenzione di Dio perché Dio e lo stesso Dio che è morto sulla croce per noi, quando non sa più cos’altro fare per salvare le sue creature, è a lei che si rivolge, è a lei che domanda di agire ed è per mezzo di lei che riesce spesso ad ottenere risultati prodigiosi. Non c’è nessuno, né spirito umano né spirito angelico, che riesca a sorprendere e ad estasiare Dio quanto Maria, che sia capace di glorificarlo quanto Maria. Per questo Maria, fuori di ogni retorica, è davvero regina del cielo e della terra, sempre osannata dagli angeli e sempre potentemente vicina agli umili e ai beati di ogni tempo della vita e della storia.