Nel giorno dell'Assunta

Scritto da Francesco di Maria on . Postato in I miei scritti mariani

Cosa ti si può chiedere, Mamma, se non che tu aiuti i tuoi sinceri devoti ad essere o a rimanere il più possibile fedeli a Cristo? Cosa ti possono chiedere i tuoi innumerevoli figli dell’Iraq, della Siria, della Libia, della Palestina e di ogni luogo in cui, sia pure in forme e modalità diverse, siano oggetto di feroci e bestiali persecuzioni, se non di dare loro la forza di accettare il martirio ancora forti della fede nell’infinita misericordia divina e nelle promesse salvifiche di Gesù? Cosa ti possono chiedere coloro che riusciranno a sopravvivere ai bombardamenti, ai rastrellamenti, ai massacri e alle privazioni più disumane, alle fucilazioni e alle uccisioni di massa, ai crimini più efferati, se non il coraggio di poter perdonare con il passare del tempo gli spietati carnefici della loro gente, dei loro genitori, dei loro cari?

Cosa ti si può chiedere, Mamma, se non che tu ti schieri ancora una volta dalla parte degli ultimi, degli oppressi, dei poveri e dei diseredati della terra, degli ultimi che non desiderano di essere primi,  degli oppressi che non sognano di essere o diventare oppressori, dei poveri che non aspirano segretamente ad esser un giorno ricoperti di ricchezza, di potere e di onori mondani di ogni specie, dei diseredati che non perseguono insani e violenti propositi di vendetta e di indebita appropriazione?

Cosa possono chiederti a modo loro i malati, i disabili, i folli, se non che tu, prima o poi, li guarisca, li renda normali, li renda beati in un mondo in cui non siano più soggetti a malattie, a impedimenti fisici e psichici, a disagi esistenziali che ne compromettano la capacità di comunicazione e di partecipazione ad una vita piena, soddisfacente e condivisa proficuamente con altri?

E i tanti insoddisfatti della vita, di questa vita, per i motivi più diversi e nel quadro delle più disparate esperienze esistenziali, che cosa possono chiederti istintivamente, e sia pure con la mente confusa e il cuore colmo di paura, se non che tu faccia nascere in essi una speranza radicalmente nuova di amore e di vita o almeno una piccolissima luce celeste che sia sufficiente a diradare il buio pesto delle tenebre terrene da cui si sentono avvolti?

Mamma, ricordati tu di tutti gli «scarti» umani di questo mondo, andandoli a visitare uno per uno e offrendo il tuo concreto lenimento materno alle loro indicibili sofferenze, visto che anche coloro che per essi pregano sinceramente in realtà non sanno nulla o sanno molto poco delle loro vite e riescono a condividerne dolore e povertà, solitudine e incomunicabilità solo molto imperfettamente o superficialmente.

Però, rendi capaci i tuoi figli che, in virtù della tua gratuita e perseverante opera di intercessione presso Dio, si sono convertiti e si convertono ogni giorno a Cristo, pur tra persistenti limiti e contraddizioni, di adoperarsi, ognuno secondo le sue possibilità e le sue capacità, per essere umilmente vicini non solo ai poveri in senso materiale ma anche alle tante tipologie esistenti di bisognosi, ivi compresa quella in cui rientra una moltitudine di persone convinte di essere in tutto e per tutto autosufficienti e di non aver bisogno di sollecitazioni spirituali oltre a quelle canoniche e ordinarie, abitudinarie e del tutto inoffensive, cui di solito si sottopongono passivamente o meccanicamente nell’ambito delle funzioni religiose assolte dalla Chiesa gerarchica e presbiterale.

Cosa ti posso chiedere, Mamma, se non di rendere quanto più rapido e proficuo possibile il mio personale cammino verso la castità, l’umiltà e la giustizia gradite a Dio e di imbrigliare i giudizi necessari ma forse troppo focosi e sferzanti che talvolta mi accade di esprimere verso i troppi “sepolcri imbiancati” e le incalcolabili “anime belle” che, sempre con lo sguardo ispirato e rivolto verso il Cielo, o con il tono compassato o austero della voce, se la prendono con tutto e con tutti, vedono corrotti e corruzione dappertutto augurandosi genericamente che prima o poi si trovi il modo di ripulire il mondo da tanta lordura ma continuando ad assistere in modo sostanzialmente passivo al degradarsi della realtà e anzi rendendosi di fatto complici, dall’alto delle loro piccole o grandi comodità acquisite, di pratiche di vita assolutamente arbitrarie ed inique.

Perdonami e imbrigliami, Madre, tutte le volte che vedi il mio amor proprio pericolosamente prevalere sul mio zelo per le cose giuste e sante di Dio, ma rendimi sempre capace di giudicare con giusto discernimento e, al di là delle mie umane fragilità, solo per servire per Cristo, con Cristo e in Cristo, chiunque dovesse aver bisogno anche del mio modesto aiuto.

Nel giorno della tua santa Assunzione in Cielo desidero associarmi altresì alla preghiera di tutti i fratelli e le sorelle convinti che oggi «con Maria, donna glorificata nel corpo e nell’anima, i cristiani possono immettere nella memoria collettiva del mondo, come lievito nella pasta, i semi della santa ribellione, dell’indignazione e dell’impegno evangelici» (S. Perrella, Donna del Magnificat. Quello che insegna l’Assunta, in “L’Osservatore Romano” del 13 agosto 2014). Aiutaci a magnificare il Signore, come hai fatto tu, Mamma e Regina, in modo che anche ognuno di noi, nonostante la sua indegnità, possa sperare di poter essere assunto un giorno in Cielo come te e con te. Amen.